Una cosa la voglio dire prima d'iniziare, quando ho cominciato a buttare giù i nomi mi sono accorto che 7/10 della classifica erano femminili. Non che io abbia niente contro le quote rosa, anzi, ma mi sono sentito in dovere di fare una scelta: una faccia nuova e una vecchia conferma per lasciare spazio ad altri.
Senza indugi e senza esitazioni, come sempre, 10+ 2.
Senza indugi e senza esitazioni, come sempre, 10+ 2.
10+2
Hezekiah Jones - Have you seen our new fort?
Un album di cantautorato folk rock, all'apparenza classico, ma che all'interno mischia psichedelia, arraggiamenti contorti, momenti quasi jazz, dove la melodia, semplice e cristallina è sempre la protagonista. Una scoperta bellissima.
10+1
Yuck - Yuck
La faccia giovane del rock. Un disco diretto e potente, fatto di chitarre e distorsioni.
I nipotini dei Pavement, ma non dei semplici copioni, sembra tutto già sentito ma non così. E quel "così" che fa la differenza.
10
Dirty Beaches - Badlands
Il mio personale momento da indiesnobalternativo. Provare a mischiare il rockabilly e l'elettronica di tipo industrial è una missione "suicida" ma in questo album ci sono almeno 2/3 perle incredibili. Un disco difficile, ossessivo, spaesante, il tutto con rimandi ad un immagianrio cinematografico fumoso, lynchiano direi.
9
Bibio - Mind Bokeh
Al seondo disco il dj produttore Bibio fa centro. Un disco di elettronica nel senso più lato possibile. Disco, house, glitch, funky soul, elettro-rock il tutto messo a fuoco con precisione. Un disco per tutte le occasione, dal sottofondo alla cuffia.
I.E.M. = Intelligent Elctronic Music.
8
Selah Sue - Selah Sue
La voce nuova del soul, ma del soul moderno dove c'è mischiato di tutto: momenti 70's, reggae, hip hop, trip hop, r'n'b. Prende il meglio di tutto e ne esce, di contro, un disco semplicissimo, grazie ad una voce potente e bellissima.
Al suo posto poteva starci il disco di Anna Calvi - s/t o anche EMA - Past life Martyred Saints
7
Tune-Yards - Who kill
Questa ragazza è una freak di prima categoria e la sua musica rispecchia in pieno il sue essere fuori dagli schemi. Un conglomerato di suoni che produce una gioia, un'allegria contagiosa. Sembra un disco di folk rock, centrifugato in versione elettro pop. Un delizioso casino, dove tutto sembra messo a caso, ma invece è costruito al dettaglio.
6
Metronomy - English Riviera
Un disco pop, di quello semplice, fatto di armonie vocali, tastierine Casio, spruzzate di elettronica e con il piedino che tiene il tempo. Melodico e malinconico allo stesso tempo.
Il disco pop dell'anno, anzi nerd-pop.
5
The Weeknd - House of Balloons
Sbuca dal nulla questo canadese e nel giro di un anno regala (letteralmente) tre dischi belli e spiazzanti. Ho scelto il primo ma anche gli altri due sono validi. Il dub step che incontra il soul, ma quello più grezzo e ruvido. Un eletronica da camera, sensuale e morbida.
4
Joan as a Policewoman - The Deep Field
La poliziotta ritorna e ci regala il suo disco più bello, o perlomeno il più compatto e diretto. Abbandonata la tristezza e la cupezza del precedente questo è un disco pieno di richiami ai 70's, chitarre acide, bassi pieni, organi, fiati, il tutto mischiato sapientemente con la voce elegante e maliconica di Joan. Un disco di rinascita.Al suo posto anche il disco di Feist - Metals o quello di PJ Harvey - Let England Shake o Lykke Li - Whounded Rhymes
3
Bon Iver - Bon Iver
Vaffanculo Bon Iver, mi sono rotto il cazzo di piangere ogni volta che ti ascolto.
2The Rapture - In the grace of your love
Non ci credeva nessuno, e non ci sperava più nessuno. Nemmeno io che li adoro. Dopo anni ritornano a casa (DFA), low profile, di quelli che si devono far perdonare qualche cazzata e con l'aiuto di Zdar (quello dei Cassius, per intenderci) tirano fuori il loro disco più bello, maturo, dove tutto è al posto giusto, dove tutto funziona alla grande. Un punk funk, morbido, in alcuni momenti quasi dance rock.
1 James Blake - James Blake
Non è il disco che ho sentito di più ma quello che più mi ha colpito. Un elettronica dove la centralità è data dalla voce, una voce assurda, alla Anthony and The Johnson quasi aliena. Prendo a prestito la definizione che ho letto da qualche parte, c'è una sorta di tridimensionalità in questo dub-step-soul, come se dietro ci sia sempre qualcosa che non riusciamo a vedere, comprendere.